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Archive for the ‘Bokeh’ Category

Giulia

Giulia – © Copyright 2009 pega

Non solo panorami, bei ritratti, fashion o street photo. Fino dai primordi, la fotografia ha visto svilupparsi un numero sempre maggiore di nicchie specialistiche, con caratteristiche che servono a soddisfare le necessità di particolari discipline.
E’ così per la food photography, la fotografia astronomica o quella odontoiatrica. Si tratta di ambiti tipicamente professionali, dove le immagini sono funzionali ad una certa attività e le fanno da supporto: un ausilio che è spesso fondamentale.
Ci sono una miriade di queste nicchie, in cui si sono definiti standard, modalità, tecniche ed attrezzature specifiche. Un mondo insomma, dove spesso sono nate figure professionali specializzate.
Ieri ho incontrato uno di questi casi. Un ragazzo che per tutto il giorno fotografa automobili usate. Le ritrae come se fossero modelle, inquadrandole da tutti i lati ed anche dentro, cercando di coglierle nei loro aspetti migliori. Lavora per pubblicarle online, spesso smanettando un po’ anche in postproduzione per migliorare ed ottimizzare le immagini, togliere elementi indesiderati o modificare sfondi inadatti.
Mi ha fatto capire che era un grande appassionato di foto ed all’inizio si divertiva, ma ora dopo un po’ di tempo non ne può più e non si sogna nemmeno di prendere in mano una fotocamera nel suo tempo libero. Che dire… anche questa però è fotografia.
Pensaci quando sei in giro a scattare a quello che ti pare, in tutta libertà 🙂

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Guitar 2 by PPP

Guitar 2 – © Copyright 2008 Pega

Pianoforti, chitarre, violini, ma anche tamburi, sassofoni, flauti o armoniche.
Sì, questo ottantaduesimo weekend assignment è dedicato alla musica ed in particolare ai suoi strumenti.
Gli strumenti musicali sono oggetti ricchi di fascino, armoniosi e fotogenici. Giocando con la luce e girandoci attorno alla ricerca della giusta inquadratura sembra quasi che sappiano esprimersi non solo nella dimensione acustica ma anche in quella visiva, trasmettendo all’osservatore sensazioni interessanti.
In questo weekend cerca un giusto soggetto e dedica qualche tuo scatto a questo tema. Dopo, se ti va, posta in un commento qui sotto la tua foto condividendo “il prodotto della tua missione”. Confrontarsi è divertente e può aiutarti a scoprire persone che apprezzano le tue immagini.

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Archivio

Archivio – © Copytight 2009 Pega

Rieccomi con il weekend assignment. Come sempre l’idea è quella di avere un tema fotografico da svolgere durante il fine settimana. Se ti va puoi partecipare scattando qualche foto.
Stavolta l’argomento è Office Photography, in pratica l’arte di scovare soggetti interessanti e fotogenici nell’ambito dell’ambiente di lavoro. In genere sottolineo sempre l’importanza di effettuare questi assignment andando a realizzare foto fresche, scattando con in mente il tema proposto, ma in questo caso mi rendo conto che per molti (ma non per tutti) sarà improbabile trovarsi al lavoro, dato che siamo nel weekend. Per questa volta quindi l’esercizio potrà anche essere quello di andare a pescare nell’archivio e trovare lo scatto che meglio interpreta il tema, ma nessuno ti vieta di aspettare lunedì e realizzare qualche bella fotografia fresca.
Interpreta questo tema come meglio ti pare, catturando i dettagli di qualche strumento, dell’arredo o ritraendo le persone che lavorano con te, poi, come sempre , ti invito a condividere il tuo scatto postandone il link in un commento.
Buon divertimento e buon weekend.

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Flawed Sphere

Flawed sphere – Copyright 2011 Pega

“I never have taken a picture I’ve intended. They’re always better or worse.”

E’ una frase di Diane Arbus, la grande fotografa di origini russe che nella sua carriera, dal dopoguerra fino agli anni settanta, esplorò quella che è stata definita come “la fotografia di esseri umani che si scostano dalla normalità data per scontata”.

Una citazione che acquista grande spessore specie quando associata al lavoro della Arbus, ma che trovo sia anche molto adatta a descrivere quello che succede a molti fotografi, ed io sono tra questi.
Insomma, il punto è che molto spesso la “foto non viene come si vorrebbe ed il risultato è in una certa misura sempre migliore o peggiore di quanto ci si aspetti“. A volte è una delusione, altre una bella sorpresa. Solo raramente la foto esce proprio come la volevi.

Io questa cosa la trovo curiosa e mi piacerebbe sapere se anche tu appartieni al club che intendo fondare con questo post:
il.. “Nonvienemaicomevorrei Foto Club”.

🙂 🙂 🙂

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Sì, forse Ansel Adams si contorcerà nella tomba, ma di fronte al lavoro di Matthew Albanese non si può che rimanere incuriositi.
Perché dico così? Semplice: guarda la foto sopra. Lo splendido scenario che appare non è in realtà un bel panorama di montagna ma semplicemente il dettaglio di un plastico ben fatto. Si, hai letto bene: un modellino.

Che la fotografia sia spesso finzione è parte integrante del gioco ma qui siamo di fronte ad un artista del falso, un fotografo che prima di tutto è un abile artigiano con il talento per la creazione di oggetti che una volta fotografati ingannano perfettamente l’osservatore. L’acqua non è liquida, le montagne sono a pochi centimetri, quel blu non è il cielo e la foto è stata scattata in una cantina, dai un’occhiata qui sotto.

Matthew, nonostante sia un autodidatta che utilizza materiali fai da te, è un vero e proprio creatore di mondi in miniatura ed ha la capacità di fotografarli con una tale maestria da renderli davvero reali.
Usa del semplice cotone per fare le nuvole, pezzi di vetro per rendere l’effetto dell’acqua o il sale da cucina per simulare la neve, dosa saggiamente la profondità di campo per dare l’effetto di grandi distanze ma sopratutto ha sviluppato un’abilità particolare per illuminare correttamente la scena, ed è proprio questo che credo gli permetta dei risultati così ammirevoli. Come sempre la luce è la chiave di un bello scatto.

My work involves the construction of small-scale meticulously detailed models using various materials and objects to create emotive landscapes. Every aspect from the construction to the lighting of the final model is painstakingly pre-planned using methods which force the viewers perspective when photographed from a specific angle. Using a mixture of photographic techniques such as scale, depth of field, white balance and lighting I am able to drastically alter the appearance of my materials.

Matthew Albanese

Un altro aspetto originale di Albanese è la sua voglia di condividere con il pubblico le immagini dei modelli da lui costruiti. Pubblica sul suo sito anche l’avanzamento dei lavori di alcune opere, mostrandole nelle varie fasi di completamento, una forma di apertura e disponibilità a rivelare il proprio lavoro davvero ammirevole.

Matthew Albanese

Ti invito a dare un’occhiata al suo sito dove sono pubblicate molte altre immagini, dettagli della costruzione dei modellini e successiva realizzazione degli scatti.

🙂

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No War

No War! – Copyright 2009 Pega

Ed eccomi a proporti un nuovo assignment fotografico per provare qualche scatto “a tema” nel weekend.
Se ogni tanto leggi questo blog sai che sono convinto che fotografare con in mente una piccola missione da svolgere sia un qualcosa di non soltanto divertente, ma anche capace di riflettersi in interessanti spunti creativi. C’è poi lo stimolo della condivisione con gli altri dei risultati di queste semplici missioni e per farlo non hai che da postare in un commento sotto il link al tuo album Flickr o a qualsiasi altra piattaforma di condivisione su cui avrai messo i tuoi scatti.

Il tema di oggi è una sfida che da sempre esiste in fotografia ed è uno dei fattori importanti che la rende così affascinante: la sfida di riportare le tre dimensioni della realtà sulle sole due dell’immagine fotografica.
Insomma il tema di questo weekend assignment è una delle chiavi dell’espressione artistica in fotografia: la profondità.

Puoi cercare di esprimere la profondità in vari modi, con l’inquadratura alla ricerca della prospettiva e delle vie di fuga, con un’opportuna scelta di soggetti, con il classico sfuocato, con l’uso della luce o un mix di tutti o parte di questi elementi.
L’idea di profondità e tridimensionalità è qualcosa che può rendere bellissima una fotografia.

Interpreta come più ti piace questo assignment, nel weekend prova a cercare l’effetto di profondità, fanne il protagonista di qualche tuo scatto e poi, se vuoi, mostraci il tuo lavoro. Condividere con tutti i lettori del blog è divertente e può portare a vedere la tua foto visitatori che la apprezzeranno.

Buon divertimento!

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It's a long way... - © Copyright 2009 Pega

Non so esattamente quante fotografie abbiano scattato maestri come Eugene Atget, Henri Cartier-Bresson o Ansel Adams nella loro carriera, ma quel che è certo è che si tratta sempre di numeri importanti.

Una cosa che in genere accomuna molti grandi artisti, non parlo solo di fotografi, è una intensa produttività associata al loro estro creativo. Lo si può constatare osservando l’enorme mole di lavoro prodotta da grandi nomi come lo stesso Picasso, ma anche tanti esempi in campo fotografico come Edward Weston o Robert Frank che per realizzare un libro di ottanta fotografie ne scattò oltre ventimila (a pellicola naturalmente).
In tutti questi casi si tratta di artisti di notevole talento, a volte di veri e propri geni, che hanno percorso carriere di grande produttività, scattando molte più foto di quante si tenda a pensare.
Insomma il genio non basta?
Il fatto è che probabilmente il genio non è in grado di creare in modo “spot” e non può contare sulla fortuna: ha bisogno di allenamento, di perseveranza… di ritmo.

Che si appartegna o meno al mondo dei talenti artistici, credo che non si possa fare a meno di prendere atto che la nostra parte creativa ha comunque bisogno di produrre, in quantità e con costanza.

Diamoci da fare dunque, cerchiamo e sfruttiamo ogni occasione fotografica. La produttività non è garanzia di riuscire a realizzare dei capolavori ma probabilmente è una condizione necessaria.

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Dear old Lady

Dear old Lady - © Copyright 2010 Pega

Oggi ti ripropongo un vecchio post, un breve aneddoto che mi è realmente capitato.
Ci ho ripensato parlando con una persona a proposito di “nativi digitali”, una generazione poco o per niente consapevole di cosa fosse la fotografia dei tempi della pellicola.
Dunque… rieccolo:

Stavo provando degli scatti con una vecchia macchina analogica. Niente di che, il mio soggetto era un portone nel centro storico di Firenze. Provo varie inquadrature, mi contorgo un po’ come a volte succede…
Incidentalmente, subito accanto al portone si trova una fiammante motocicletta sportiva.
Faccio per allontanarmi ed un ragazzino di giovanissima età, che ho stimato sui 10/12 anni, si avvicina dopo avermi osservato mentre scattavo e, probabilmente pensando che il mio soggetto fosse la moto, indica la macchina fotografica chiedendomi : “posso vedere come sono venute?”
Ho un attimo di esitazione, d’istinto quasi gli porgo il dorso nero della fotocamera ma poi ci penso, mi fermo e gli dico : “beh, non è possibile. E’ a pellicola”.

Il ragazzino mi guarda come se fossi un deficiente, o peggio uno che gli sta raccontando qualche balla. Poi esclama : “Che cosa? Come sarebbe pellicola?” E senza nemmeno aspettare il mio tentativo di risposta si gira e se ne va…

Menomale che non gli ho detto “E’ analogica”…

🙂

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Dear Old lady

Dear old Lady - © Copyright 2010 Pega

L’assignment per questo fine settimana è facilissimo.
L’oggetto della proposta stavolta è lo strumento che le foto le realizza : la tua fotocamera.
Puoi interpretare questo assignment in mille modi, ad esempio inseguendo l’idea della macchina che fotografa se stessa attraverso uno specchio o un gioco di riflessi, oppure realizzando la foto con un’altra macchina. 
Non ci sono praticamente limiti, puoi scattare alla tua attuale e modernissima digitale o ad una vecchia e consunta polaroid, all’aperto o al chiuso, con la macchina in un contesto o isolata. Potresti addirittura carpirne dei dettagli con una macro, l’importante è che il soggetto sia inequivocabile e TUO.

Io non ho potuto fare a meno di usare per questo post la foto di una macchina a cui sono davvero affezionato.
Si tratta della mia prima “vera”  fotocamera: una Ferrania Condor I, che naturalmente non mancherò di portare con me all’incontro di martedì sera a Firenze. 🙂 E’ una macchina costruita negli anni ’50, a telemetro, ottica fissa 50mm e completamente manuale. Niente esposimetro o altri fronzoli. Mio padre me la passò quando iniziarono ad uscire gli atofocus…

Bene, non resta che darsi da fare. Provaci con questo assignment e poi come al solito ti invito a condividere “il tuo prodotto della missione” pubblicando in un commento qui sotto il link alla foto che avrai realizzato e naturalmente se vorrai anche qualche dettaglio della macchina immortalata.
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Piera

Piera - © Copyright 2008 Pega


C’è una frase di Georges Braque a cui voglio dedicare il post di oggi:: “La limitazione dei mezzi determina lo stile, dà vita a nuove forme e dà impulso alla creatività”.

Leggila con attenzione perché racchiude una delle grandi verità che hanno reso la fotografia così affascinante ed importante fin dal primo momento della sua invenzione.

Braque non era un fotografo ma è comunque una figura che non ha bisogno di presentazioni e può essere considerato tra quelli che segnano la storia dell’arte moderna. Fu infatti insieme a Picasso il fondatore del movimento cubista.

Credo che la questione della limitazione dei mezzi sia davvero fondamentale in fotografia, mi è già capitato in precedenza di parlarne.
Le caratteristiche di incompletezza, dall’intrinseca limitazione dell’inquadratura, al singolo istante colto nel tempo, fino alla selettività del fuoco o delle tonalità di colore, sono ciò che costringe il fotografo a esprimersi il più possibile sul soggetto; sul contenuto, cercando di sfruttare al meglio quelle limitazioni.

E così, è proprio comprendendo questi vincoli ed imparando a gestirli facendoli propri, che molti grandi artisti hanno realizzato i loro capolavori.

Hai mai pensato a questo aspetto ed a quanto ciò sia in contrasto con le tendenze di perfezionismo tecnologico che però da sempre accompagnano il mondo della fotografia?

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