
Non sono i primi e purtroppo temo che non saranno gli ultimi.
Vishnu Viswanath e Meenakshi Moorthy, i due giovani travel blogger che pochi giorni fa hanno perso la vita cadendo da uno strapiombo per scattarsi l’ennesimo selfie, sono un tragico emblema del nostro tempo.
Da appassionato di fotografia trovo che la trasformazione avvenuta in questi anni abbia profondamente cambiato il significato ed il valore che le immagini fotografiche hanno per le persone.
Dopo una lunga prima fase, iniziata con l’invenzione del mezzo fotografico stesso, in cui tutta l’attenzione ed il focus erano sul soggetto, siamo rapidamente passati ad un presente in cui l’egocentrismo di chi scatta è tale da oscurare ogni altro elemento. Un mainstream in cui si è costretti ad un perenne rialzo della posta, fino a mettere in gioco la vita stessa.
Una foto, anzi volevo dire un selfie, non vale la vita.
Qualche giorno fa una giovane alce americana ha avuto la sventurata idea di attraversare il Lago Champlain che si trova tra lo Stato di New York e la contea di Grand Isle nel Vermont.
Oggi lascio la parola alle immagini. Sono quelle originariamente pubblicate da 


Immagina di lavorare in Antartide, sott’acqua, a temperature bassissime, per impostare una sequenza fotografica in time lapse. Lunghe ore di ripresa per creare un video che lascia a bocca aperta e che per la prima volta documenta un fenomeno noto ma mai fotografato: il “brinicle”.





