Il blog è un media “mordi e fuggi”. Trovi un post, leggi il titolo ed in una frazione di secondo valuti se l’argomento ti interessa (ergo, guai ai titoli sbagliati!).
Se decidi di proseguire, ti aspetti un contenuto di rapida lettura, al massimo un paio di minuti, meglio se con qualche immagine. Quando ci sono di mezzo i video, il ritmo deve essere rapido come un clip musicale.
Detto questo, oggi vado completamente fuori standard e ti propongo un intero documentario: un magnifico video integrale su Henri Cartier-Bresson, il leggendario fotografo del “momento decisivo”, uno dei più celebrati maestri della fotografia del novecento, considerato tra i padri del fotogiornalismo.
E’ un documento di ben cinquanta minuti che probabilmente ben pochi guarderanno integralmente, eppure è un grande regalo che ci arriva dall’era della rete.
Se avrai la pazienza di gustarlo con calma, magari sorseggiando qualcosa di buono dopo un adeguato addivanamento, troverai in questo documentario/intervista del 1998, un Bresson novantenne che ripercorre la sua lunga carriera, fin dal suo primo contatto con la fotografia, incontrata da giovanissimo nel 1930 mentre studiava pittura.
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Posts Tagged ‘street’
Pen, Brush and Camera
Posted in Black and White, Culture, History of photography, Interview, People, Photography portraits, Street Photo, Technique, video, tagged decisive moment, fotografia, fotogrornalismo, Henri Cartier-Bresson, intervista, novecento, pittura, storia, street, video on 04/02/2015| 3 Comments »
Weekend assignment #116 : foto di strada
Posted in Candid portraits, Culture, People, tagged assignment, candid, fotografia, strada, street, weekend on 13/09/2014| 9 Comments »
C’è chi la ama e l’ha scelta come sua principale specialità, c’è chi la rifugge e non riesce nemmeno a fare uno scatto di questo tipo. La street photography è una vera e propria disciplina, un modo di fotografare che, specie nel secolo scorso, ha visto grandi maestri esprimersi in modo sublime ed arrivare a creare una sorta di linguaggio a cui molti ancora oggi si rifanno.
L’idea per questo fine settimana è dunque questa: uscire, appostarsi e provare a catturare qualche attimo significativo, una scena ironica, un momento poetico o comunque quello che capita di scovare per le nostre strade.
Come sempre l’idea è quella di produrre scatti nuovi, andando in giro proprio con l’idea di questo compito assegnato e non semplicemente cercando nell’archivio una foto che vi si adatti. E’ questo lo spirito del weekend assignment, una piccola sfida che puoi affrontare nascondendoti per immortalare i tuoi personaggi da lontano, oppure scegliere di immergerti nell’ambiente ed accorciare le distanze (magari evitando il rischio di farti asfaltare come nel caso della mia foto sopra).
Dopo, come al solito, ti invito a condividere la tua immagine in un commento qui sotto: sarà divertente confrontarsi.
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La Afghan camera
Posted in Black and White, Culture, History of photography, People, Street Photo, Technique, tagged afghan, afghanistan, ambulanti, artigianato, box, camera, fai da te, fotocamera, fotografia, Fotografiamo, instant, istantanea, minutero, Sardegna, Sardinian, scatola, storia, street, tradizione on 25/07/2014| 2 Comments »
E’ facile tirar fuori lo smartphone, inquadrare al volo, scattare e vedere subito il risultato, tutto facilmente e senza fatica. L’immediatezza del digitale è fantastica: un sogno inseguito per tutta la storia della fotografia.
Il bisogno di un risultato in tempi rapidi è esistito fin dai primordi e fu Frederick Scott Archer nel 1853 il primo a realizzare una fotocamera “istantanea”. Da allora (quindi ben prima della parentesi rappresentata dal costoso e complesso mondo Polaroid) sono sempre esistiti fotografi specializzati in risultati immediati “sul campo”. E’ emblematico il caso della tradizione dei fotografi ambulanti in Afghanistan, dove per generazioni è stata mantenuta viva una tecnica ritrattistica basata su macchine-laboratorio completamente autonome.
Queste fotocamere, chiamate kamra-e-faoree (che più o meno significa macchina fotografica istantanea), sono grosse scatole in legno e tutto il processo avviene all’interno: dall’esposizione allo sviluppo, fino alla stampa finale.
Dopo la messa a fuoco, effettuata sotto una cappa nera in modo simile a come avviene con il grande formato, la fotocamera viene caricata con un foglio di carta fotosensibile che il fotografo, infilando una mano attraverso un manicotto a tenuta di luce, estrae “alla cieca” da una scatola posta all’interno della macchina stessa.
Una volta piazzato il foglio sul piano focale, viene effettuata l’esposizione. Si passa quindi allo sviluppo, che il fotografo effettua immergendo il foglio in vaschette con normali reagenti, poste sempre all’interno della fotocamera.
Si arriva così al risultato intermedio: un’immagine negativa che, a questo punto, viene estratta dalla macchina e ri-fotografata piazzandola su un apposito sostegno. Ripetendo una seconda volta l’intero processo si arriva quindi al prodotto finale: una Fotografia.
La tradizione delle Afghan Camera e di altre fotocamere a sviluppo istantaneo simili, come le Minutero spagnole, è esistita in molte parti del mondo ma adesso è in prevedibile declino. Esistono però alcuni eroici appassionati decisi a tener vivo questo bellissimo modo di fotografare, così semplice ed affascinante.
Tra di loro c’è un signore che seguo da tempo: si chiama Pier Giorgio Cadeddu. Ha chiamato “Sardinian Camera” la sua stupenda macchina fotografica a sviluppo istantaneo costruita a Càbras e sul suo sito puoi trovare molte informazioni al riguardo, comprese spiegazioni di funzionamento, costruzione e “filosofia fotografica”. Un gran bel lavoro.
P.s. Per chi volesse approfondire il funzionamento delle Afghan Camera, ecco qui un interessante video.
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Weekend assignment #111 : profumo
Posted in Culture, People, Street Photo, tagged frutta, mercato, Palermo, persone, profumo, strada, street on 05/07/2014| 12 Comments »
E’ possibile intrappolare un profumo in una Fotografia?
Beh, sta proprio qui lo spunto per la missione fotografica di questo fine settimana.
Come sempre l’idea è quella di svolgere un piccolo compito durante il weekend, provando a confrontarsi con un tema fotografico assegnato. E’ un esercizio semplice ma efficacissimo per tenere in allenamento e coltivare la creatività.
Non c’è molto altro che posso aggiungere per chiarire meglio questo tema. Trasportare una sensazione propria ed esclusiva dell’olfatto sul terreno di un altro senso può sembrare arduo, ma la Fotografia ha dei grandi poteri e risorse che vengono in aiuto.
Anticipo la tua domanda: “vale anche un odore che non sia un profumo?”.
No, non vale, sarà (forse) tema di un altro assignment… 🙂
Dai, in questo weekend prova a misurarti con questo tema, cerca di portare una piacevole sensazione olfattiva in una tua foto, poi, com’è tradizione di questo blog, ti invito a condividere il risultato in un commento sotto.
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Le micro lezioni di Steve McCurry (reloaded)
Posted in Culture, History of photography, Interview, People, Photography portraits, Street Photo, video, tagged buongiorno, fotografia, lingua, rispetto, ritratti, saluto, street on 03/06/2014| 8 Comments »
“Don’t forget to say hello”.
In estrema sintesi è questo il pensiero che ci trasmette Steve McCurry in questi brevi video che ogni tanto torno a vedere e che fanno parte del progetto “One-Minute Masterclass” realizzato da Phaidon.
McCurry è uno dei fotogiornalisti e fotografi di strada più famosi al mondo. Membro dell’agenzia Magnum è l’autore del famosissimo ritratto della Ragazza Afgana reso celebre molti anni fa dal National Geographic, rivista con cui ha sempre lavorato.
Per McCurry la fotografia di strada è il terreno su cui cogliere le opportunità più varie per entrare in contatto con persone di ogni angolo del mondo e realizzare ritratti suggestivi attraverso la creazione di un rapporto sincero tra fotografo e soggetto.
L’elemento del saluto è quindi per lui il biglietto da visita, la chiave per aprire la prima porta in modo rispettoso, cercando di porsi in modo il più possibile paritetico nei confronti della persona davanti all’obiettivo.
E’ un approccio alla fotografia di strada diverso da chi la interpreta alla ricerca di scatti rubati e situazioni spontanee dove il soggetto è totalmente inconsapevole. McCurry al contrario cerca il contatto e tenta di stabilire un dialogo con gli esseri umani che ha di fronte, quasi indipendentemente dalle barriere linguistiche che possono esistere.
Trovo molto bello questo punto di vista e ti consiglio questo minuto con Steve.
Il video è in inglese. A chi non è del tutto a suo agio con questa lingua consiglio comunque la visione… magari proprio immaginando di avere davanti questo signore con i baffi che racconta la sua storia a noi che con la nostra fotocamera siamo lì davanti, non comprendiamo bene la sua lingua ma… vogliamo fargli un ritratto.
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International Street Photography Awards
Posted in Culture, Street Photo, tagged award, concorso, cultura, fotografia, fotoura, indipendente, street on 21/02/2014| 2 Comments »
L’International Street Photography Awards (ISPAS) è uno dei più importanti concorsi internazionali di fotografia “street” per fotografi di tutte le abilità. Organizzato dalla comunità online per il supporto alla fotografia indipendente Fotoura, ISPAS ha come obiettivo la promozione del lavoro contemporaneo ed innovativo nell’ambito della fotografia “street” a tutti i livelli e in tutto il mondo, è alla sua quarta edizione e sta crescendo ogni anno.
Il concorso è diviso in tre competizioni: il premio principale, il concorso studenti e la Street Photo dell’anno. I giudici sono di livello internazionale ed ogni competizione prevede premi interessanti.
Partecipiamo?
Qui sotto trovi due coupon che puoi usare per avere uno sconto sul costo di entrata agli ISPAS ed anche per l’iscrizione all’associazione. Trovi tutte le informazioni sul sito di Fotoura.
Molto lentamente
Posted in Black and White, Bokeh, Candid portraits, Culture, History of photography, People, Street Photo, Technique, tagged alta velocità, fotografia, high speed, metropolitana, street, tecnica on 07/02/2014| 2 Comments »
La fotografia è nata statica, la sua caratteristica primaria è catturare la realtà congelandola in una immagine fissa. Esistono però tecniche, derivate dalla fotografia, che si discostano solo di poco dal concetto originale. Sono mutazioni che per complessità realizzativa sono da considerarsi ormai lontane dalla fotografia classica, ma per quanto riguarda la fruizione, le sono vicinissime e portano un valore nuovo. È il caso delle riprese ad alta velocità. Questa tecnica era un tempo riservata solo a pochi fortunati in grado di permettersi attrezzature costose e sofisticate. Oggi però sono arrivati sul mercato dispositivi dal costo ben più abbordabile, capaci di ottime prestazioni “high speed”.
Guardare con calma un’opera come Stainless di Adam Magyar, è un’esperienza che ha un forte legame con un certo modo di “gustare” la fotografia statica. L’occhio scorre alla scoperta dell’immagine, trova dettagli, emozioni, storie e movimento. Un movimento lieve, a tratti quasi impercettibile. Se nella fotografia statica è la mente dell’osservatore a dover proiettare il dinamismo, qui questo elemento è contenuto nell’opera stessa. Viene sussurrato, quasi suggerito all’osservatore, che è comunque lasciato libero di continuare a proiettarci la sua lettura.
Chissà se questa tecnica avrà sviluppo o meno. Per il momento la trovo quantomeno interessante e dalle notevoli potenzialità.
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Cortocircuito fotografico #12: Henri Cartier-Bresson fotografato da René Burri
Posted in Black and White, Candid portraits, Culture, History of photography, People, Street Photo, Technique, tagged Bresson, burri, Cortocircuito, fotografato, fotografia, fotografo, reportage, street on 19/12/2013| 1 Comment »


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Ed eccolo il mitico HCB, che si sporge da una finestra sulla Fifth Avenue per fotografare qualcosa che ha attirato la sua attenzione giù per strada.
Per questo dodicesimo appuntamento con il cortocircuito fotografico, serie dedicata ai fotografi fotografati, siamo a New York, nel palazzo dove ha sede Magnum Photos.
In queste due immagini Cartier Bresson è immortalato da un collega, anche lui membro della mitica agenzia: René Burri.
Mentre gli scatti ed il nome di Bresson, il maestro del “momento decisivo”, sono universalmente noti anche al di fuori del mondo degli appassionati di fotografia, quelli di René Burri non godono della stessa fama. Eppure questo importante personaggio può essere senz’altro considerato tra le più influenti figure della fotografia dello scorso secolo, in particolare per il ruolo che lo ha reso protagonista della trasformazione artistica del reportage.
Nato a Zurigo nel 1933, Burri si interessò, prima che di fotografia, di pittura e cinema. Fu coinvolto nelle attività dell’agenzia Magnum dal suo collega ed amico Werner Bischof che lo presentò agli altri soci con un reportage sulla vita dei bambini sordomuti, che fu subito pubblicato in prestigiose riviste tra cui Life.
Viaggerà in tutto il mondo per Magnum, divenendone anche presidente negli anni ottanta, sviluppando uno stile profondo e personale, caratterizzato da scelte formali rigorose, ma con una visione del mondo garbata e profondamente umana, sempre condita da una immancabile dose di ironia.
Celebri sono i suoi reportage su Picasso, Giacometti e Le Corbusier, come anche quelli su Fidel Castro e Che Guevara. Immagini spesso note al grande pubblico molto più del loro autore.
I precedenti cortocircuiti fotografici:
#1: Eugene Atget fotografato da Berenice Abbott
#2: Berenice Abbott fotografata da Hank O’Neal
#3: Edward Weston fotografato da Tina Modotti
#4: Tina Modotti fotografata da Edward Weston
#5: Alfred Stieglitz fotografato da Gertrude Käsebier
#6: Steve McCurry fotografato da Tim Mantoani
#7: Robert Capa fotografato da Gerda Taro
#8: Gerda Taro fotografata da Robert Capa
#9: Robert Mapplethorpe (con Patti Smith) fotografati da Norman Seef
#10: Szarkowski fotografato da Winogrand fotografato da Friedlander
#11: Andy Warhol fotografato da Robert Mapplethorpe













