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Posts Tagged ‘attrezzatura’

È un gran classico: ad un certo punto arriva un giorno in cui cominci a pensare che con “l’altra marca” forse potresti fotografare meglio. L’altra marca è quella che non hai tu, è quella della fotocamera di qualche amico o collega, in pratica è la marca dell’attrezzatura dell’altro 50% di fotografi nel mondo, circa.
Non importa che la tua sia Canon o Nikon, il fatto è che prima o poi la tentazione di “cambiare sponda” arriva. L’altra marca ha un nuovo modello di fotocamera, le ottiche sono fantastiche, gli accessori pure, il click dello scatto più bello e professionale. Sì, sembra proprio il momento giusto.
Se deciderai di affrontare questo guado, dovrai essere preparato ad esborsi economici e dolorosi addii, ma non sarà tutto: i due produttori hanno fatto molto per rendere dura la vita a chi decide di cambiare. Dal verso di attacco degli obiettivi, al senso degli indicatori nei display, Canon e Nikon mostrano dettagli esattamente opposti.
Sarà necessario adattare, in qualche caso ricostruire, intere abitudini e gesti automatici a cui normalmente non si pensava più. Un pò come doversi abituare a guidare tenendo la sinistra.
Chissà se poi, comunque, la strada non porterà verso la stessa identica meta…

 Primo giorno in Svezia dopo il cambio di modalità di guida, non più a sinistra ma a destra – 1967


Svezia, 1967. Giorno del cambio modalità di guida, non più a sinistra ma a destra

P.s. Non me ne vogliano i possessori di fotocamere di altre marche 🙂

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Pega's backpack

Weekend assignment #92 – © Copyright 2013, Pega

Questo novantaduesimo weekend assignment è davvero semplice ed è dedicato ad un contenitore: quello con cui di solito porti la tua attrezzatura fotografica. Che si tratti di una borsa a tracolla, uno zaino o anche di una semplice custodia, ecco il soggetto proposto per questo fine settimana.
Niente di concettuale o artistico stavolta, solo la pura e semplice realtà che sta insieme (o dietro se è uno zaino) alle tue foto 🙂
In questo esercizio still life di ciò che usi quando vai in giro a fotografare, ti puoi sbizzarrire con location, sfondi o altro, ma non dimenticare di fare una bella composizione comprendente anche i tanti accessori che, in genere, popolano tasche ed anfratti delle nostre borse fotografiche!
Con le loro personalità e varietà di contenuto, i contenitori con cui portiamo la nostra attrezzatura sono un soggetto di tutto rispetto, che incuriosisce e dice qualcosa sul fotografo che li usa. In questo weekend trova quindi un attimo per dare importanza ai tuoi strumenti e dedica qualche scatto a questo tema. Dopo, se ti va, posta in un commento qui sotto la tua foto condividendo magari anche qualche dettaglio su cos’è che hai in borsa.

Ovviamente non posso esimermi dall’iniziare io, con l’ormai consunto zainetto che da anni mi segue. È abituato ad ampie variazioni di contenuto, ma al momento di questo scatto ospitava:

– Fotocamera Nikon D90 con obiettivo Sigma 10-20
– Obiettivo Nikkor 50mm F/1.4
– Fotocamera analogica 35mm Ferrania Condor I
– Fotocamera stenopeica Pinola I
– Rullini 35mm e 120
– Flash Yongnuo YN460-II
– Grid
– Micro stampante Polaroid PoGo
– Batterie e schede SD
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Clicca qui per visualizzare l’elenco di tutti i Weekend Assignment precedentemente proposti.

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All and nothing

All and nothing – © Copyright 2009 Pega

“There’s nothing wrong with loving a camera — as long as it remains platonic”
(Non c’è niente di male nell’amare una macchina fotografica – finchè rimane platonico)

Ho trovato questa ironica frase del fotografo americano Gregory Simpson che fa riflettere sull’importanza, a volte morbosa, che in qualche caso viene data all’attrezzatura, in particolare alla macchina fotografica ed al suo “corpo”.
Si certo, la fotocamera è importante, è il nostro strumento. Va curata e trattata bene, manutenuta e protetta ma è pur sempre solo una parte (transitoria, per altro) del nostro corredo.
Eppure ogni tanto capita di conoscere qualcuno che le rivolge un’attenzione spropositata, dandole un’importanza eccessiva decisamente feticista.

Ma quello che mi lascia definitivamente perplesso è quanto questo attaccamento morboso raramente si rifletta anche in una vera, profonda ed intima conoscenza della macchina nei suoi aspetti di funzionamento, nelle sue vere peculiarità.
Lo dico perchè ho conosciuto persone in grado di pulire con un cencetto bagnato la macchina ad ogni utilizzo, strofinandola ed alitandoci sopra, di riporla nella sua scatola dopo ogni uscita e di portarla quasi mensilmente a pulire il sensore. Queste stesse persone però si scopre che non hanno mai letto completamente il manuale del loro “tesoro” e non conoscono nemmeno la metà delle potenzialità e caratteristiche.

Insomma un feticismo fotografico che a mio vedere è piuttosto preoccupante
🙂

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Penetrazione tecnologica

Penetrazione tecnologica – © Copyright 2010 Pega

In fotografia la macchina è semplicemente uno strumento, è soltanto il mezzo attraverso cui il fotografo fissa la sua visione.
Lo stesso vale per tutte le possibili tecnologie usate: analogico, digitale, grande o piccolo formato, istantanee, JPG, RAW, PC o MAC, obiettivi, flash ed altri mille accessori, sono solo strumenti… semplici utensili.
A volte ci focalizziamo un po’ troppo su attrezzatura ed aspetti tecnici e credo che prendere un po’ di distanza da questi sia una cosa importante per chi fotografa, perché ogni aspetto tecnico porta con sè dei vincoli creativi che possono limitare le nostre capacità ed intuizioni.
E così anche l’abbracciare in modo troppo selettivo un solo filone tecnologico è un limite da valutare con attenzione, perchè rischia di incanalare troppo la creatività.
Scegliere di fotografare solo in un certo formato, solo in analogico (o digitale), solo senza flash, solo senza postproduzione o secondo chissà quali mille altri “solo”, è alla fine un vincolo che si ritorce sul fotografo e sulla sua visione.
Aprirsi ad una molteplicità di strumenti a disposizione è un vantaggio che va sfruttato, cercando ovviamente di trovare la giusta misura ed imparando ad usare al meglio quelli che si scelgono, divertendosi anche di più.

Non autoimprigionarti in una tecnologia, perché come diceva qualcuno: “Se il tuo unico strumento è un martello, il mondo ti apparirà come un chiodo”.

   

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A good car is forever
A good car is forever (in Cuba) – © Copyright 2004 Pega

Nikon o Canon, Pentax o Olympus, Sigma o Tamron, Kodak o Fuji, full frame o DX, Aperture o Lightroom, digitale o analogico, Mac o PC…
Probabilmente è un comportamento proprio della natura umana ed è sempre la stessa storia: tendiamo perennemente a dare enorme importanza alle scelte di attrezzatura, a quelle componenti che inesorabilmnte poi dimostrano di essere solo elementi passeggeri destinati all’obsolescenza.
Così come un tempo c’era chi sguainava la spada in difesa della carta Ilford contro l’Agfa o della superiorità del telemetro, oggi c’è chi si appassiona a mille altre contrapposizioni tecnologiche, altrettanto destinate all’oblio.
Se si guarda però a chi ha lasciato davvero un segno nella storia della fotografia ci si accorge come questo atteggiamento sia stato quasi sempre trascurato dai grandi maestri.
Prendiamo Edward Weston. Fotografava con macchine di seconda mano, mezze sgangherate, lenti pessime e tutt’altro che di buona qualità. Eppure i suoi sono capolavori.
Non è l’attrezzatura che fa le foto.
Il punto non è se hai una fotocamera Canon o una Nikon, se fotografi in digitale o su pellicola.
Il punto è la conoscenza, da cui consegue la capacità di capire e sfruttare ciò che si ha a disposizione e le opportunità che ci capitano.
La conoscenza permette alla creatività di esprimersi a pieno. E’ questo il fattore che fa la differenza.

Da sempre si sente dire che “è il fotografo che fa la foto”. E’ una gran verità subito dimenticata nei gironi delle proposte commerciali di questa o quella nuova fotocamera, di questo o quell’obiettivo.
Ma la prossima volta che senti quella fatale attrazione verso l’acquisto di un nuovo pezzo di attrezzatura fermati un attimo; pensa a cosa potrebbe voler dire investire quella stessa quantità di soldi in conoscenza.
Un libro, un workshop, un viaggio.
Sono totalmente convinto che in fotografia, come del resto in tante altre attività umane, la conoscenza superi di gran lunga in importanza l’attrezzatura.

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Che cosa c’è nella borsa (in questo caso meglio dire “valigia”) di un fotografo professionista?
Ovviamente dipende un po’ dal tipo di lavoro che svolge ma alcuni elementi non possono mancare…

Hai notato che non ha neanche un tappo sulle lenti frontali dei suoi obiettivi?
Bel borsone eh…

🙂

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Ed eccoci qua con un’altra breve intervista.

Come dicevo in un post precedente, Flickr è una piattaforma di foto-social-networking veramente notevole, specie perchè regala la possibilità di entrare in contatto con persone di gran talento e sensibilità fotografica.

nespyxel

Nespyxel

L’ospite di oggi è una di queste.
Nespyxel è un talento naturale. Il suo senso artistico colpisce immediatamente, la sua sensibilità nel gestire le geometrie ed i colori è affascinante.
Circa un anno fa mi sono imbattuto nel suo album e da allora non mi sono perso un suo post. Immancabilmente se ne esce quasi ogni giorno con una gran foto.
E’ veramente impossibile rimanere delusi.

Ciao Nespyxel. Il tuo album su flickr è commentatissimo, le tue foto decisamente belle, ci racconti qualcosa di te e di come hai iniziato a fotografare?
Nel mio caso l’utile al dilettevole si sono fusi in un unico abbraccio : il mio lavoro di agente immobiliare ha portato la mia passione a svilupparsi inconsciamente e, fotografando gli immobili destinati alla vendita, mi sono reso conto di avere un’indole ben specifica verso le architetture, le prospettive e le geometrie.

Il tuo approccio alla fotografia è più artistico o tecnico? Che tipo di formazione hai avuto?
L’approccio e’ sostanzialmente autodidatta e, a parte un piccolo corso fotografico da giovanissimo, mi sono trovato a cercare di risolvere da solo certe difficolta’ di ripresa e post produzione che relazionavo alle mie esigenze….la comprensione quindi dell’aspetto tecnico e’ stato quasi esclusivamente sul campo e parametrato con altri amici che avevano la stessa passione.

greeneye

The Green Eye – Nespyxel

Dal tuo lavoro sembra che ci siano dei soggetti che prediligi. Ci racconti qualcosa al riguardo?
Come accennato poc’anzi, la mia tendenza fotografica rivolta ad un certo tipo di composizioni deriva essenzialmente dal mio lavoro ed e’ stata ipersviluppata anche al di fuori.
Mi trovo attratto da tutto cio’ che e’ confluenza geometrica, dalle simmetrie( anche quelle naturali ), dai vanishing points, dai riflessi di qualsiasi natura con un’occhio particolare alle “ puddles” ed ultimamente prediligo il concetto di cattura della luce che ritengo sia lo zoccolo duro della fotografia

Una domanda che ormai è un classico per gli ospiti di questo blog : Cosa significa per te la tua fotografia?
Catturare un attimo che abbia almeno un elemento forte al suo interno.
Questo elemento deve trasmettermi una emozione di un certo spessore..qualunque essa sia : un paesaggio, uno sguardo o una certa espressione, una composizione geometrica esteticamente rilevante o un raggio di luce nel buio che crea un’atmosfera di forte impatto emotivo.
In generale sono affascinato dall’estetica e dall’armonia delle linee e delle forme..sia naturali che non

Ci dici qualcosa della tua attrezzatura?
Per ora sono abbastanza soddisfatto.
Nel mio corredo c’e’ una reflex digitale Nikon d80, un obiettivo 18-270 tutto fare, un wide spinto 10-24 che ritengo indispensabile, una lente 105 mm macro dedicata ed un’altra lente fissa ( il mitico “ cinquantino” per usare un gergo motoristico ) abbastanza luminosa per approcciare al meglio situazioni di scarsa e difficile luce.

La curiosità è sempre quella di sapere qualcosa del workflow. Ci racconti un po’ del tuo?
Il mio percorso in tal senso e’ stato graduale e relazionato alle esigenze che mano a mano crescevano.
Ho iniziato appoggiandomi a semplici programmi di apertura foto come acd see che ancora oggi uso nella versione piu’ evoluta’.
Nel tempo, la ricerca della qualita’, mi ha portato a scattare in raw e lavorare il file grezzo senza alcun tipo di compressione.
E’ davvero incredibile la differenza di informazioni di luce e colore che puo’ avere un formato del genere rispetto al comune jpeg che, sicuramente piu’ comodo e leggero per la visualizzazione, non puo’ competere in termini di qualita’ soprattutto quando si ha la necessita’ di stampare le immagini o anche solamente intervenire in post produzione con un fotoritocco.
Oggi la scelta delle case produttrici piu’ famose va proprio in questo senso ed e’ possibile trovare il formato raw anche all’interno di potentissime bridge senza avere l’obbligo, per chi non volesse, dell’acquisto di una reflex digitale professionale.
Il passaggio a programmi piu’ evoluti, nel mio caso che includessero funzioni di raddrizzamento delle linee verticali e soprattutto l’ esigenza di attutire il rumore di fondo che spesso e’ il limite del sensore ridotto di molte reflex digitali, mi ha portato all’uso di PhotoShop…lo trovo un programma molto potente, efficace e poliedrico anche se non facile da gestire e padroneggiare.
In questo senso sono sempre alla ricerca di nuove conoscenze per sfruttare il piu’ possibile le sue enormi potenzialita’.

L’ultima domanda è sempre la stessa per tutti… e tocca anche a te ( : -) ). Se tu avessi l’opportunità di incontrare un grande fotografo e ti fosse concesso di fargli una sola domanda, cosa gli chiederesti?
Difficile e quasi imbarazzante una domanda del genere…
Il desiderio principale e’ sempre quello di carpire tecniche vincenti ovviamente direttamente in fase di scatto….anche se so benissimo che il punto nevralgico del successo di un grande fotografo sta in ognuno di noi : e’ questo punto si chiama “occhio” !
Questo elemento lo considero frutto di studi ma soprattutto frutto dei geni ..ed i geni non sono riproducibili sul campo.

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Grazie davvero a Nespyxel per la disponibilità e l’interesse dimostrati.
Per chi volesse approfondire la conoscenza di questo talentuoso fotografo cliccare qui per raggiungere il suo album su Flickr.

Alla prossima!

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