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Posts Tagged ‘portrait’

Oggi ti voglio proporre un video didattico di Gavin Hoey, un simpatico fotografo inglese che è molto bravo nel realizzare questo tipo di materiale e lo fa con qualità e semplicità.

Qui Gavin ci fa vedere quanto possa essere versatile un apparentemente banale sfondo grigio e come lo si possa sfruttare per realizzare ottimi ritratti in studio, ottenendo l’effetto di sfondi diversi semplicemente cambiando il posizionamento delle luci.

Come sempre mi scuso con chi non è totalmente a suo agio con la lingua inglese ma devo anche dire che il video è davvero semplice e facilmente apprezzabile.

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Herbert Hoffmann

Herbert Hoffmann - Copyright 2009 Pega

Ieri sera mi accorgo di una gran quantità di traffico sul blog, un picco di visitatori molto superiore alla norma.
Non riuscendo bene a capire quale potesse esserne la ragione, controllo le statistiche di accesso e noto che ci sono un paio di siti, a me sconosciuti, che stanno inviando su pegaphoto.com un sacco di lettori.
Ebbene, vado a vedere e scopro che questi web riportano, linkando al mio blog, la notizia della morte di Herbert Hoffmann.

Su di lui avevo scritto, tempo fa, un breve post contenente questo suo ritratto che gli avevo fatto al 2009 Florence Tatoo.

Mentre lo stavo fotografando all’evento non avevo idea di chi fosse, ma affascinato dal personaggio ed incuriosito dalle attenzioni che gli venivano riservate, avevo fatto qualche ricerca e capito che si trattava di una persona speciale.

Era il più anziano maestro tatuatore in attivià del mondo, le sue opere ed il suo approccio sono stati il punto di riferimento di moltissimi artisti, rimanendo molto amato e rispettato anche in un mondo in continuo cambiamento ed evoluzione come quello della body art.

Herbert sen’è andato a novanta anni, lasciando una traccia che può essere raccolta ed apprezzata anche da chi, come il sottoscritto, è totalmente al di fuori dal settore del tatoo
La sua era una visione semplice e genuina del mondo dei tatuaggi, una visione che può facilmente essere estesa a tutto il resto, fotografia compresa.
E’ l’approccio di un artista saggio e sincero che voglio riportare come feci nel precedente post citando proprio le sue parole.

Ciao Herbert, riposa sereno.

“Chi è estraneo al tatuagge sio spesso vede solo corpi deturpati o raramente abbelliti da tatuaggi incancellabili che evocano sofferenze fisiche e rischi di infezioni…ma per chi si tatua non è così.
Nessuno si tatua per diventare più brutto,nè per masochismo! Chiunque si tatua, lo fa per dare a se stesso qualcosa di più: per essere più bello, per sentirsi e apparire più forte, più sexy, per dar sfogo a un dolore, un lutto, una gioia, un amore, per scongiurare una paura, un pericolo o per gioco… Ci si tatua per esprimere i sentimenti più seri e profondi e per quelli più superficiali e frivolie…perchè no?, per rivendicare il proprio diritto al gioco.
Non ho mai incontrato qualcuno che si tatuasse per farsi del male! Spesso i tatuaggi che vediamo per strada non sono proprio bellissimi, questo però dipende dalla disinformazione a dal cattivo gusto dilagante, non da un intento autolesionista.
Oggi sono brutti i vestiti, la moda, le automobili, le case, la pittura..e sono brutti molti tatuaggi…solo un’informazione corretta e libera da pregiudizi e luoghi comuni può insegnare a distinguere quelli belli da quelli brutti e aiutare a capire che un bel tatuaggio è un tatuaggio che ti rende più bello.”

(Herbert Hoffmann)

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Dennis Hopper

© Dennis Hopper - Autoritratto

Sen’è andato ormai da qualche tempo, ma ogni volta che mi capita di rivederne le gesta non posso che ricordarlo con una particolare forma di affetto: è l’attore e regista americano Dennis Hopper.
In molti lo associano a mitici film come “Gioventù bruciata” con James Dean o “Easy rider” che interpretò e diresse. E’ stato un personaggio un po’ fuori dalle righe nella Hollywood dello scorso secolo ed è forse per questo che a me è sempre piaciuto.
Lo ricordo però anche per un’altra sua passione, che forse non tutti sanno, la fotografia.
Fu lo stesso James Dean a regalargli una macchina fotografica, quasi anticipando quel fantastico ruolo di fotografo un po’ folle che poi avrebbe avuto in Apocalypse Now. Da quel momento lo scattare foto nelle tante situazioni che gli capitavano accompagnò sempre Hopper, rivelandone un talento visuale tutt’altro che ordinario.

Paul Newman

Paul Newman -© Copyright Dennis Hopper

Non molto tempo fa mi ero imbatutto in una pubblicazione edita da Taschen (ma dal prezzo inarrivabile) dal titolo: “Dennis Hopper: Photographs 1961-1967” e fogliandola ne ero rimasto proprio ammirato.
Ho ritrovato sul web molti di quegli splendidi scatti in bianco e nero. E’ molto facile vederli come risultato di una ricerca con “Dennis Hopper photographer”. Sono foto ricche di fascino, ma lo stesso tempo grezze: ritratti intensi e particolari, come quello di Paul Newman qui accanto ed anche scene dai set hollywoodiani o dalle sale di registrazione, oltre a qualche autoritratto.
Con lo sbocciare della pop-art Hopper esplorò anche la pittura e la poesia, rivelando un discreto talento anche in questi campi e dimostrando quindi una grande ecletticità riconosciuta anche recentemente quando, negli scorsi mesi, era stato selezionato tra gli artisti partecipanti alla mostra inaugurale del MOCA (Museum of Contemporary Art) di Los Angeles.

Ciao Dennis.
Have an easy ride.

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Gironzolando per Youtube ho trovato questo semplice ma interessante video sul ritratto con flash.

Il bravo Dom Bower ci spiega in modo molto chiaro (anche per chi non è fluido con l’inglese) come si possono ottenere dei risultati apprezzabili nel ritratto, usando semplicemente uno o due flash.
Le differenze tra gli scatti sono evidenti.

Buona visione !

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Karl Taylor è un fotografo professionista dal (terribile accento 🙂 ) che ogni tanto posta degl interessanti video.
In questo, proponendoci delle belle immagini, parla della luce naturale e di come sfruttarla per ottenere delle belle foto.

Mi piacciono i video dove si vedono fotografi all’opera, specie nei casi in cui si riesce a percepire la loro passione.

In questo trovo particolarmente riuscita la parte in cui fa vedere come cerca e trova il suo scatto a “lunga esposizione” del mare al tramonto, non preoccupandosi di bagnare piedi e treppiede…. 🙂 

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Avedon_Nasstasja

Nastassja Kinski – Vogue – Copyright 1981 The Richard Avedon Foundation

Richard Avedon. Mi piace molto la sua definizione di quello che lui chiama “ritratto fotografico”:

“A photographic portrait is a picture of someone who knows he’s being photographed, and what he does with this knowledge is as much a part of the photograph as what he’s wearing or how he looks.”

Nel 1981 questa immagine fu pubblicata sulla rivista Vogue. Il genio di Avedon unito al fascino di Nastassja fecero si che il poster della foto fosse poi venduto in oltre due milioni di copie, divenendo un vero e proprio classico del periodo.
Fin dalla prima volta che l’ho vista, trovo questa foto semplicemente meravigliosa e ne subisco totalmente il fascino.
Nastassja appare calma e rilassata, nonostante il gigantesco boa constrictor che le si muove sul corpo, ovviamente è consapevole dello scatto proprio come nella definizione di “ritratto fotografico” espressa da Avedon.
L’insieme di sinuosità creato dal corpo della donna e quello del serpente, il contrasto di luce accentuato dalla “texture” del boa, l’avvicinarsi della testa del rettile all’orecchio e l’apparente indifferenza di Nastassja creano una carica di sensualità ed un insieme di messaggi che ne fanno un capolavoro.
Per chi avesse avuto occasione di leggere il mio post “i tre punti di vista“… ecco: per me questa è davvero una foto perfetta.

🙂

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Dovima with elefants

Dovima with elefants – @ Copyright 1955 The Richard Avedon Foundation

Richard Avedon è stato un personaggio importante nella fotografia del novecento, sicuramente tra i grandi nella fotografia americana della seconda parte del secolo.
Per me la sua principale caratteristica è nell’aver rappresentato una sorta di sintesi tra fotografia artistica classica, pop art e mondo dello spettacolo e della moda.
Con una carriera che iniziò come fotografo per carte di identità e di relitti di navi mercantili, Avedon passò negli anni ’40 al mondo della moda introducendo per Harper’s Bazaar, la rivista per cui lavorava, la novità di porre le modelle in contesti urbani, non convenzionali.
Da quel momento la sua carriera decolla, lavorerà per Vogue, Life e molti prestigiosi marchi della moda. Con il passare del tempo emerge quella che una sua grande passione : il ritratto. Una tipologia di ritratto introspettivo che scava nella personalità del soggetto, lo pone in atteggiamenti e contesti che ne consentono una conoscenza emotiva molto diversa dai clichè tradizionali.
Attraverso intere decadi, tra gli anni ’60 e l’alba del nuovo millennio, per molti personaggi famosi e star, quello di Avedon diviene uno studio fotografico da cui è necessario passare, a patto di essere disposti ad esporre se stessi in modo profondo.

Homage to Munkacsi

Homage to Munkacsi, Parigi © Copyright 1967 Richard Avedon

Trovo affascinante in Richard Avedon la capacità di saper separare molto bene la sua attività di fotografo commerciale su commissione, tipicamente per il settore della moda e dello spettacolo, dal suo personale impegno, passione e ricerca che si indirizza appunto al ritratto introspettivo ed anche al reportage di denuncia, come nel caso del suo viaggio in Vietnam a documentare gli orrori della guerra con crude foto di corpi mutilati e straziati dal napalm.
Quel che è certo è che anche per i lavori più chiaramente  commerciali, come ad esempio gli scatti per i grandi nomi della moda, si percepisce nelle foto di Avendon una personalità ed una originalità che solo pochi maestri hanno saputo esprimere.

Mi piace molto una sua frase famosa che sottolinea la sua irrefrenabile passione per la fotografia che lo accompagnò fino all’ultimo: “If a day goes by without my doing something related to photography, it’s as though I’ve neglected something essential to my existence

Insomma. Direi proprio che me lo faccio questo regalo.

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Un interessante video sulla gestione della luce naturale con l’ausilio di riflessi.

Molto pro !

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E’ a metà tra un microworkshop ed uno spot questo video con Erin Manning, fotografa e tutor, che promuove molto il suo lavoro attraverso brevi filmati didattici.

In questa sessione dei semplici suggerimenti per migliorare i ritratti, specie se il soggetto è una persona normale che non conosce le tecniche di posa. 
Devo dire che a volte apprezzo questo pragmatismo sintetico. Poca teoria e brevi indicazioni pratiche, tutte riassunte alla fine del video.

Viene voglia di metter su un semplice sutup e fare un po’ di ritratto.
E tu che aspetti ? 🙂

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