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Posts Tagged ‘talento’

Sadness – © Copyright 2008 Pega

E’ la fotografia un’arte?
Possibile che sia un artista colui che si sporge da dietro un angolo o inquadra da lontano il suo soggetto inconsapevole e poi, semplicemente schiacciando un bottone, con un’azione che non richiede particolari abilità, crea in un attimo la sua opera?
E’ arte il cogliere casualmente, o quasi, momenti di vita altrui o eventi imprevedibili?
E’ arte creare immagini perfette grazie agli automatismi ed alla qualità di un oggetto di raffinata tecnologia?

Dico subito che non lo so, però ho l’impressione che quando fotografiamo senza un’idea in testa, senza quella voglia di creare qualcosa partendo da un concetto, senza prepararci e magari solo pretendendo di produrre un’opera saltando quello che è il processo che tutti gli altri artisti percorrono, allora la fotografia non è un’arte nel vero senso della parola.
L’arte non può essere frutto del caso. Può forse contenerne una minima componente, ma di base deve essere qualcosa che nasce dalla visione dell’artista.
Insomma, forse quando il da poco scomparso Ando Gilardi diceva “meglio ladro che fotografo“, probabilmente non aveva preso in considerazione che in qualche caso potrebbe trattarsi dello stesso mestiere.
🙂

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It's a long way... - © Copyright 2009 Pega

Non so esattamente quante fotografie abbiano scattato maestri come Eugene Atget, Henri Cartier-Bresson o Ansel Adams nella loro carriera, ma quel che è certo è che si tratta sempre di numeri importanti.

Una cosa che in genere accomuna molti grandi artisti, non parlo solo di fotografi, è una intensa produttività associata al loro estro creativo. Lo si può constatare osservando l’enorme mole di lavoro prodotta da grandi nomi come lo stesso Picasso, ma anche tanti esempi in campo fotografico come Edward Weston o Robert Frank che per realizzare un libro di ottanta fotografie ne scattò oltre ventimila (a pellicola naturalmente).
In tutti questi casi si tratta di artisti di notevole talento, a volte di veri e propri geni, che hanno percorso carriere di grande produttività, scattando molte più foto di quante si tenda a pensare.
Insomma il genio non basta?
Il fatto è che probabilmente il genio non è in grado di creare in modo “spot” e non può contare sulla fortuna: ha bisogno di allenamento, di perseveranza… di ritmo.

Che si appartegna o meno al mondo dei talenti artistici, credo che non si possa fare a meno di prendere atto che la nostra parte creativa ha comunque bisogno di produrre, in quantità e con costanza.

Diamoci da fare dunque, cerchiamo e sfruttiamo ogni occasione fotografica. La produttività non è garanzia di riuscire a realizzare dei capolavori ma probabilmente è una condizione necessaria.

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Twittering and noise

Cinguettio e rumore - © Copyright 2010 Pega

Dammi retta: la prossima volta che vedi qualcosa che cattura il tuo occhio fotografico, non esitare.
Che tu stia passeggiando, guidando la macchina o una bici, fermati e fai quella fotografia. Subito.
Si perchè alcune delle cose che ci capita di notare e che ci fanno pensare ad una opportunità fotografica sono una combinazione complessa di elementi che potrebbero non riproporsi mai più.
La luce, emozioni o tensione, persone o oggetti, una situazione particolare…  non è detto che questo insieme di fattori si combini nuovamente in futuro o che tu possa essere lì per fare quella foto.
Specie se hai con te l’attrezzatura ed hai fatto anche la fatica di prenderla e portartela dietro, non lasciare mai che la pigrizia ti impedisca di fare quella foto. Monta la lente giusta, cerca l’inquadratura e scatta.

Segui il tuo istinto creativo, coltivalo lasciandogli realizzare le immagini che intuisce.
Un minuto di ritardo ad un appuntamento o sul rientro a casa sarà un piccolo prezzo che un giorno potrebbe essere ampiamente ripagato.

🙂

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Come promesso, eccomi anche quest’anno con dei personalissimi e non ufficiali “premi speciali” che ho deciso di assegnare ad alcuni dei partecipanti al contest che accompagnava la recente Firenze Photowalk.
Nel valutare tutte le foto in gara per questo piccolo concorso mi sono trovato davanti parecchie belle  fotografie ed ho pensato che parlare solo del vincitore fosse limitativo.
Assegno quindi questi riconoscimenti secondari che, anche se non previsti dall’organizzazione, mi piace pensare possano essere una piccola soddisfazione per chi li riceve e magari consolidare una simpatica tradizione iniziata lo scorso anno ed applicabile alle future photowalk fiorentine.
 
Iniziamo con la prima Menzione d’onore : ”creatività

Nostra Signora delle geometrieSara Toccafondi (Sara Tocca)

Nostra Signora delle geometrie
Uno scatto ricercato e di gran gusto, frutto del talento di una bravissima fotografa. Consiglio a tutti una visita al suo album su Flickr.
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Luce sull'ArnoMenzione d’onore“colpo d’occhio” 

Fabio (zfabio2000)

“Luce sull’Arno”
Composizione e stile per questo bianco e nero di gran fascino.
Bravo Fabio.
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AntankMenzione d’onore “coolness

Antonio Ancarola (Antank)“Senza titolo”
Il digitale che si insinua nel pozzetto di un gioiello analogico.
Bello scatto che cattura un momento “sociale” della photowalk.
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Complimenti a tutti.
E… arrivederci al prossimo anno!
🙂

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Jana by Dmitry Gudkov

BikeNYC Portrait: Jana - © Copyright 2010 Dmitry Gudkov

Su Flickr mi sono imbattuto in questa foto. Un ritratto ambientato di una bella ragazza e della sua minimale bici verde marchiata “Fuji” in una strada di New York.
Di questa immagine mi piace moltissimo la spontaneità, con questa posa e l’espressione fiera, quasi di intrigante sfida, della protagonista, ma anche il contesto ed il modo con cui il fotografo ha saputo gestire lo sfondo urbano con uno splendido sfuocato.

E’ uno scatto di Dmitry Gudkov ed appartiene ad un suo progetto intitolato BikeNYC dedicato alle persone che si muovono in bicicletta nella Grande Mela. Iniziato nel Febbraio del 2010 conta ormai oltre un centinaio di scatti accompagnati da brevi note su ogni soggetto fotografato.
Puoi trovare BikeNYC sul sito personale di Dmitry o nell’apposito set sul suo album Flickr.

Credo proprio che potrebbe essere interessante cimentarsi in un bel progetto del genere: così semplice nella sua concezione ma anche ricco di potenzialità.

Complimenti Dmitry.

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creativeprocess
Ogni tanto mi capita di parlare con altri appassionati di fotografia, di quello che è il processo creativo e di come ognuno di noi lo interpreta e lo vive.
Si va da chi ha analizzato la cosa con scrupolo a chi non si rende nemmeno conto di creare cose meravigliose e magari si autoridicolizza.

Ecco ho trovato questo schema fantastico, per certi versi quasi definitivo, di come funziona la creatività.
Studialo bene perchè è geniale ed è un’idea di quei matti di Viruscomix.

Ti ci ritrovi? E se si, qual’è la tua “strada”?

🙂

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Nude woman - Edward Weston

Nude woman – Edward Weston

Magari non ci hai mai pensato e forse per alcuni non è una cosa a livello cosciente, però per molti fotografi esiste una foto che rappresenta un personale punto di riferimento. È quella che in un più o meno remoto passato ha fatto scattare qualcosa e, almeno in parte, è “responsabile” della nascita di un interesse particolare per la Fotografia.
Non è assolutamente detto che si debba trattare di uno scatto di qualche fotografo importante, ma nel mio caso l’immagine che ritengo la principale indiziata è una famosa foto di Edward Weston. La vedi qui a fianco: Nude woman, un capolavoro che il grande maestro del bianco e nero scattò nel 1936.
Ne rimasi affascinato da ragazzino e resta a tutt’oggi una delle foto che amo di più in assoluto, per l’insieme di armonia, grazia, rigore, sensualità, talento e grandissimo senso estetico che rappresenta. Almeno per me.

E tu cel’hai una foto che ti ha “avvicinato alla fotografia”?

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outerbridge untitled 1922

Paul Outerbridge - untitled, 1922

Paul Outerbridge divenne famoso negli anni trenta per la sua abilità di creare immagini a colori di altissima qualità usando una tecnica estremamente complessa ed innovativa chiamata “tri-color carbro print” che fu molto utilizzata nel campo della moda.
Questo suo particolare successo di fotografo professionista forse non avrebbe però lasciato alcun segno rilevante nella storia della fotografia.
Come tutte le nuove tecnologie, il clamore suscitato al loro arrivo è proporzionale all’oblio che segue quando vengono superate e anche il carbro print fu completamente dimenticata e resa un ricordo dall’avvento, negli anni quaranta, di nuove e più semplici tecniche di fotografia a colori.

E così non è per questa specialità che Outerbridge si è meritato un posto tra i grandi della fotografia del novecento.
Il suo vero talento era in realtà emerso ancor prima dei suoi successi commerciali, quando era uno giovane studente alla scuola di fotografia di Clarence White alla Columbia University.

Siamo nei primi anni venti e le sue fotografie di quel periodo mostrano uno straordinario gusto nella ricerca di forme astratte create dall’intreccio di elementi solidi ed ombre.
Sono immagini da contemplare a lungo e degustare lentamente, come questa sopra, raffigurante un solido (probabilmente un mattone) semplicemente appoggiato su un piano.
L’oggetto tridimensionale si fonde alle forme bidimensionali create dalla luce in un meraviglioso intreccio di ombre, creando quello che ai nostri occhi appare quasi come un puzzle.

E’ un lavoro raffinato e di gran talento, che racconta la passione e la ricerca fotografica di un giovane artista. Un’immagine in cui la luce che cade sull’oggetto è studiata in modo così magistrale da farne un capolavoro della storia della fotografia.

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domandaA volte gli spunti per questi post nascono nel modo più semplice. Sono domande.

Domande che capita di sentirsi fare, magari da una persona non particolarmente appassionata di fotografia, ed a cui sul momento ci si trova a non essere molto pronti nel saper cosa rispondere.

Oggi voglio girarti questa domanda, apparentemente innocente e banale, che però ti costringe ad azzardare una sintesi assoluta:
Se dovessi esprimere con una sola parola l’ingrediente chiave per una gran fotografia che parola useresti ?

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