
Dali Atomicus - Philippe Halsman 1948
Ben prima dell’avvento del digitale e di strumenti di fotoritocco come Photoshop, c’era chi comunque si ingegnava per realizzare immagini che lasciassero tutti a bocca aperta.
Tra questi c’era il famoso fotografo di origini austriache Philippe Halsman.
Nato a Riga nel 1906 da una famiglia di origini ebree, Halsman fu costretto a lasciare l’Austria in giovane età per una serie di problemi con la giustizia collegati ad una misteriosa morte del padre ed alle incalzanti problematiche legate alla nascente campagna antisemita.
Trasferitosi in Francia iniziò a lavorare per importanti riviste di moda come Vogue, facendosi notare e divenendo abbastanza famoso per il suo personale stile di ritratto, molto nitido e dalle tonalità scure, che lo differenziava dai clichè in uso al tempo.
Ma anche in Francia i problemi razziali crescevano e così, con l’aiuto del suo amico Albert Einstein, Halsman si trasferì negli Stati uniti dove nel 1941 incontrò il pittore surrealista Salvator Dalì.
Con Dalì iniziò una proficua collaborazione che produsse alcuni scatti divenuti storici come quello che puoi vedere qui sopra : Dali Atomicus, realizzato nel 1948.
Gli oggetti sospesi, Salvator Dalì a mezz’aria come i tre gatti che sembrano essere stati lanciati insieme alla secchiata di acqua furono il risultato di un lavoro che, a detta di Halsman, richiese ben 28 tentativi prima di riuscire…
Il titolo è in stretta relazione con un’opera su tela dello stesso Dalì denominata Leda Atomica e visibile nello scatto giusto dietro ai mici volanti.
E’ una fotografia tutta dedicata al concetto di sospensione, che lascia di stucco ancora oggi e stupisce ancor di più se si pensa che fu realizzata in un periodo ben anteriore a qualsiasi possibilità di ritocco digitale.
(Poveri gatti…)


Steve McCurry non ha bisogno di molte presentazioni.
A volte gli spunti per questi post nascono nel modo più semplice. Sono domande.
E’ una storia decisamente curiosa : la realizzazione del bozzetto dello sticker è frutto di un accordo di collaborazione tra il Dipartimento della Sicurezza Stradale Texano ed il Dipartimento di Giustizia, quest’ultimo ha affidato il lavoro ad un gruppo di detenuti che hanno effettuato una scansione dell’immagine proprio dalla rivista dove era stata pubblicata la foto di Langford.



Ho in mano il numero di Agosto del National Geographic.
Furono proprio Skiles ed Exley, infatti, a stabilire una serie di regole e modalità operative che sono state seguite da generazioni di speleosub fino ad oggi, rendendo solo “pericolosa” una specialità che altrimenti poteva essere definita solamente come “fatale”.
Probabilmente è anche per interesse nel settore della subacquea, anche se solo marginalmente per quella speleologica, che seguivo ed ammiravo così tanto questo personaggio.





