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Posts Tagged ‘obiettivo’

Dopo le EVIL e le mirrorless ecco che si affaccia all’orizzonte anche un altro nuovo tipo di macchina fotografica. Questa permette di scattare senza preoccuparsi del fuoco perchè è dopo che lo si sceglie. Si, insomma, per la prima volta nella storia la messa a fuoco avviene in postproduzione.

Lytro, una startup della SiliconValley, ha presentato in questi giorni alla stampa la sua creatura: una fotocamera che permette di scattare secondo la tecnologia del “campo di luce” (light field), su cui la ricerca lavora da almeno una quindicina di anni.
E’ un’innovazione notevole che potrebbe portare in un futuro, se non al tramonto almeno al ridimensionamento di un componente che da sempre accompagna le fotocamere: l’obiettivo.
Il sensore a campo di luce della Lytro cattura il colore, l’intensità e la direzione di tutti i raggi luminosi che penetrano nella macchina e, a differenza dei sensori tradizionali che accorpano in un’immagine piana la luce rilevata, permette una gestione totale a posteriori della foto che viene ricostruita in modo parametrico via software, con conseguenti ampissime possibilità di rielaborazione. 

La Lytro sarà in vendita nei primi mesi del 2012 a circa 400$ ma è già possibile prenotarla. Le sue caratteristiche sembrano al momento quelle di un oggetto consumer, ma le promesse sono tali da far pensare subito ad applicazioni di questo tipo di tecnologia anche su modelli di fascia superiore.

Che ne dici? Sarà il futuro?
Puoi dare un’occhiata alle potenzialità della Lytro nel video di presentazione qui sotto o anche in questa pagina , dove è possibile simulare interattivamente l’effetto del fuoco “a posteriori”.
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Il duello

Il duello - © Copyright 2011 Pega

Ti propongo una piccola riflessione.
E’ una domanda che nasce da un vecchio post in cui scrivevo a proposito delle motivazioni che ognuno di noi trova nella fotografia.
In quel post parlavo di quella spinta di base che ci spinge a dedicare energie e risorse a questa passione.
Non a tutti viene naturale di interrogarsi su questo e cercare di capire cosa c’è davvero sotto, che cosa crea questo interesse e tutto ciò che ne deriva. 
Partendo dalle risposte che possiamo soggettivamente dare a quella domanda oggi passo a fartene un’altra: stai facendo davvero quello che ti è possibile per raggiungere l’obiettivo di quella motivazione?
Cerco di spiegarmi meglio, magari banalizzando.
Supponiamo che io abbia come forte motivazione di fondo fare della fotografia il mio modo di contribuire al miglioramento della condizione umana e magari l’aspirazione a divenire un fotografo di una rivista importante tipo il National Geographic. Potrei sperare di arrivare a questo risultato senza cominciare prima o poi a sottoporre i miei lavori a qualche giornale, a propormi come collaboratore o assistente per qualche progetto? Avrei qualche chance a tal proposito rimanendomene a casa a far foto ai gatti?
Se la mia vera aspirazione fosse invece fare i soldi con la fotografia di moda potrei sperare di sfondare senza tentare di entrare nel settore, anche come competenze e conoscenze, magari frequentando qualche workshop di fashion?
Pensaci un attimo e chiediti se stai davvero facendo quello che il motore della tua passione ti chiede per arrivare a quell’obiettivo che, anche se a volte sembra non esserci… in realtà c’è.
E’ una domanda che può rivelare cose interessanti su noi stessi.

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WVIL cmeraEccola l’ho trovata.
E’ la fotocamera del futuro, almeno il mio.

L’acronimo WVIL sta per Wireless Viewfinder Interchangeable Lens e caratterizza un progetto di Artefact, un importante gruppo di ricerca internazionale che si occupa di realizzare soluzioni creative di design e tecnologia.

L’idea WVIL è la logica evoluzione della convergenza che già da tempo stiamo osservando tra il mondo della fotografia e quello dei dispositivi personali mobili. Consiste in un apparecchio che a prima vista parrebbe molto simile ad un palmare/smarphone con attacco per lenti tradizionali.
L’ottica, a cui viene collegato uno speciale sensore full-frame capace di dialogare via wireless con la fotocamera, può essere quindi utilizzata connessa al corpo macchina ma anche staccata e “controllata” da remoto espandendo enormemente la fruibilità dell’apparecchio.

Il bello è che il progetto prevede, oltre ad un interessante ventaglio di caratteristiche ed innovazioni, anche la piena compatibilità con gli obiettivi per macchine reflex attualmente in commercio.
Fantastico no ?
Per il momento la WVIL è solo un concept ma per quanto mi riguarda potrei prenotarla fin d’ora.

Chissà quale produttore imboccherà per primo questa nuova strada… per ora accontentiamoci di vederla in azione nel video qui sotto.
Osservalo nei dettagli, è notevole.

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Sax Lady

Sax Lady - © Copyright 2009 Pega

Oggi sono a riproporti quella che ormai è una piccola tradizione di questo blog : la “missione fotografica” del fine settimana.
L’idea è semplice : avere in mente una sorta di incarico da svolgere. E’ un esercizio divertente che può fornire interessanti spunti creativi, magari da condividere poi con altre persone.

Per questo weekend il tema che ti voglio proporre è : il suono.

La fotografia in se stessa non contiene ovviamente suoni o rumori ma al nostro cervello piace ricostruire e così, proprio come succede quando la mente colora inconsciamente un’immagine in bianco e nero, accade che alcuni scatti quasi riescano a farci sentire dei suoni.

Sono sensazioni totalmente soggettive e molto dipendenti da quanto ci si concentra ed immerge nell’osservazione di una fotografia, quanto si riesce a degustarla insomma.

In questo weekend prova a cercare fotografare il suono. Fanne il protagonista di qualche tuo scatto, cercando di renderlo evidente ed il più possibile vivo, quasi percepibile da chi osserverà l’immagine. Poi, se vuoi, mostraci il tuo lavoro postando un commento con il link per vederla.
Condividere con tutti i lettori del blog è divertente ed interessante e può portare a vedere la tua foto visitatori che la apprezzeranno.

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grafico MTF

Il grafico MTF è uno degli strumenti che ci permette di valutare e comparare con prodotti simili, le prestazioni di un obiettivo.
Negli ultimi anni, probabilmente spinti da una concorrenza sempre più agguerrita, ma forse anche da un progressivo aumento della competenza degli utenti, i produttori rendono sempre più spesso pubbliche queste misurazioni che ci permettono di valutare in modo migliore (e sopratutto a priori dell’acquisto) le nostre lenti.
E’ ormai molto frequente trovare i grafici MTF nelle schede prodotto on-line degli obiettivi e trovo possa essere interessante sapere come interpretarle.

Cerchiamo di capire in modo pratico come si leggono questi grafici.
MTF sta per “Modulation Transfer Function” (Funzione di Trasferimento della Modulazione) , una definizione altisonante che in parole povere indica l’andamento della capacità dell’ottica di trasferire alla pellicola (o al sensore) i dettagli di un’immagine.

Per fare questo vengono usate immagini di prova contenenti delle serie di linee : da 10 linee per millimetro e da 30 linee per millimetro orientate in modo parallelo (sagittali) e perpendicolari (meridionali) alla diagonale del fotogramma.

Il grafico MTF mostra la capacità di trasferire correttamente verso il sensore questi dettagli.

Sull’asse orizzontale c’è la distanza dal centro dell’obiettivo, su quello verticale il valore di contrasto (1 è il massimo possibile, cioè tutte le linee vengono riprodotte perfettamente).
I grafici delle lenti zoom (come il caso della figura sopra) vengono generalmente calcolati ai due estremi delle possibilità focali, ponendo l’obiettivo alla massima apertura di diaframma. Si trovano comunque anche misurazioni più approfondite su diverse aperture, specie nel caso di lenti professionali a focale fissa.

Si vede come allondanadosi dal centro ed andando verso i bordi dell’obiettivo, le capacità di risoluzione delle linee decadano in ogni caso, sia per le serie da 10 linee per mm che indicano principalmente la capacità di gestione del contrasto, che quelle da 30 che danno informazioni sulla nitidezza.
L’obiettivo ideale sarebbe quello capace di mantenere tutte queste linee il più possibile prossime al valore uno. Nella pratica si vede che anche i migliori obiettivi hanno un decadimento delle prestazioni avvicinandosi ai bordi del fotogramma.
Vengono considerati sufficienti i valori superiori a 0,6, buoni quelli sopra lo 0,8 ed eccellenti quelli oltre 0,9.

Dai grafici MTF si può capire come usare al meglio le nostre lenti, ad esempio prendendo atto di prestazioni migliori o peggiori a seconda della focale scelta, ma si possono anche ricavare informazioni interessanti riguardanti altre caratteristiche degli obiettivi, come per esempio la piacevolezza dello sfuocato (bokeh).
Non è il caso comunque di considerare gli MTF come un metodo assoluto di valutazione, non contengono infatti alcuna informazione su ulteriori fattori tipici dell’obiettivo, come per esempio la distorsione, la resa dei colori, la capacità di gestire i flare o la vignettatura. Inoltre molti grafici MTF pubblicati sono frutto di calcoli teorici e solo in qualche caso di test effettivi su lenti che escono dalla linea di produzione.
Insomma, possono essere un buon punto di partenza per capire se un’ottica è interessante o meno ma alla fine una prova sul campo è comunque necessaria per dare un giudizio definitivo.

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Il Canon 1200mm f/5.6 L è decisamente un obiettivo fuori dal comune.
Fu presentato sul mercato nel 1992 divenendo subito oggetto di “mitologia fotografica”. Veniva prodotto al limitatissimo ritmo di due all’anno ed un tempo di consegna di diciotto mesi.

Un oggetto esclusivo ed impegnativo, dal peso di oltre 16 Kg, con prestazioni dedicate ai più esigenti fotografi naturalisti o sportivi.
Accoppiandolo ad un duplicatore di focale ed oggi ad una macchina con fattore di crop, è possibile arrivare ad avere con questo bestione, un’ottica equivaLENTE ad un 3840mm (!!!)

Ce ne sono pochissimi in giro e se pensi di poterne acquistare uno sappi che la quotazione attuale è sui 120 mila dollari…  

Qui sotto un video in cui il fotografo Bryan Carnathan ci da un assaggio delle potenzialità di questo straordinario obiettivo.

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L’operazione di cambio di ottica è una di quelle cose di cui i fotografi parlano poco.
E’ sempre un po’ complicato e fastidioso cambiare obiettivo sul campo, specie quando si è in giro e non si dispone di un valido punto di appoggio. E’ così che mi interessano sempre molto i video che trovo al riguardo.

Eccone uno piuttosto semplice, in cui si vede il fotografo Vu Bui mostrarci con notevole maestria e fluidità, come effettuare un rapidissimo e sicuro “lens swap”, sfruttando una impugnatura da palmo ed una normale borsa a tracolla.

Buona visione e… buon allenamento…. 🙂

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Carl Zeiss Planar 50mm f0,7

In vari post precedenti mi è capitato di parlare di Stanley Kubrick.
Anche in questo.
Ne parlo di nuovo perchè mi sono imbattuto nella foto di un mitico obiettivo che il grande regista utilizzò per realizzare alcune tra le più belle immagini della storia del cinema. Mi riferisco alle scene di un film straordinario che, nonostante la lunghezza, credo di aver visto una decina di volte: Barry Lyndon.

Barry LyndonPer poter girare gli interni con solo luci di candela, senza dover utilizzare illuminazione artificiale che secondo lui avrebbe distrutto l’atmosfera intima con cui voleva coinvolgere lo spettatore, Kubrick riuscì a mettere le mani su un’ottica davvero speciale: un obiettivo Carl Zeiss Planar da 50mm con apertura f/0.7 (!!) che la NASA aveva realizzato per le missioni lunari Apollo.
Questo “supercinquantino” fu adattato alla cinepresa ed utilizzato con grande maestria, sfruttandone le doti di incredibile luminosità e gestendo magistralmente la ridottissima profondità di campo data dalla enorme apertura.
Fu un lavoro complesso e di grande precisione che, con in suo leggendario perfezionismo, Kubrick richiese a tutto lo staff. A partire dai tecnici che modificarono la cinepresa e realizzarono per lui un meccanismo di messa a fuoco precisissimo, agli operatori ed anche agli attori, ai quali fu chiesto di fare moltissima attenzione alla posizione: un piccolo spostamento avrebbe in molti casi causato deleteri effetti di sfuocatura.
Il risultato è un capolavoro della cinematografia e sceneggiatura, che rimane tale per la capacità di coinvolgere emotivamente lo spettatore con immagini che hanno lasciato il segno, un livello forse mai più raggiunto.
Un po’ come quei passi sulla Luna, mai più ripercorsi, per i quali era stato originariamente realizzato il “cinquantino spaziale”.

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Lisbon T-rain

Lisbon T-rain - © Copyright 2010 Pega

Rieccomi a proporti un assignment fotografico.
Questo weekend il tema è il giallo !
Il giallo è vita, allegria, speranza… o qualunque altra emozione ti trasmetta. Il giallo è notevolmente fotogenico e… sul sensore (o sulla pellicola) della tua fotocamera non satura così facilmente come il rosso… ti perdona insomma qualche errore…
E’ divertente cercare il giallo e scovarlo nei dettagli, negli abbigliamenti delle persone, sui mezzi di trasporto o… in natura.

In questi giorni prova a fotografare il giallo e fanne il protagonista assoluto di qualche tua foto.

Poi, come ormai propongo ogni settimana, se vuoi prova a pubblicare in un commento qui sotto il link alla foto sul tuo album online.
E’ divertente ed interessante condividere. E può portare a vedere la tua foto visitatori che la apprezzeranno.

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Kilt guitar player
Kilt guitar player – © Copyright 2009 Pega

50mm “prime lens” come dicono gli anglosassoni.
Con la sua focale fissa il “cinquantino” ti spinge a spostarti, girare intorno al tuo soggetto, provare ad avvicinarti o allontanarti per cercare la giusta inquadratura… a “zoomare con i piedi”.
Il cinquantino ti costringe a piegarti, ad inginocchiarti, ad assumere pose strane, a volte ridicole, a volte senti la schiena o qualche giunto che si lamenta…
Col cinquantino non puoi cedere alla pigrizia e questo aiuta moltissimo a trovare scatti nuovi e particolari.

Il cinquantino è veloce, meravigliosamente luminoso e ti permette di scattare in condizioni dove con altre ottiche ti servirebbe il flash.
La sua massima apertura è così ampia che la profondità di campo è così ridotta da rischiare di sbagliare completamente la foto, ma quando inizi a gestirla puoi sfruttare questa caratteristica a tuo vantaggio, per ottenere dei bellissimi sfuocati.

Il cinquantino è compatto e leggero, sta anche in tasca. Quella reflex che a volte è così vistosa ed ingombrante si trasforma in una fotocamera che quasi passa inosservata, che non intimidisce. E le persone che fotografi sono maggiormente a loro agio. 
E’ con il cinquantino che maestri come Cartier-Bresson, Capa e tanti altri, hanno sfornato molti dei loro capolavori

Il cinquantino non è troppo costoso. Quasi tutte le marche ne propongono uno da f/1.8 che costa meno di qualsiasi zoom e la sua nitidezza e qualità dell’immagine è assolutamente incomparabile.

Io lo adoro.
Se non l’hai mai fatto, prova il cinquantino.

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